intervista libro SOLO stefano borgarello

Vuoi scoprire chi c’è dietro il libro che hai amato?

Abbiamo intervistato Stefano Borgarello, l’autore di “SOLO“. Con sette domande, sveleremo le ispirazioni e i segreti che si nascondono dietro queste pagine. Un’occasione per entrare nel mondo dell’autore e ottenere una prospettiva unica sul suo lavoro. Scopri cosa lo ha ispirato e come ha creato il libro che ha catturato i cuori dei lettori.


Qual è stata l’ispirazione per scrivere un libro che si intitola “SOLO” e perché hai scelto proprio questo titolo?

L’ispirazione per scrivere questo libro, deriva dal fatto di dover esorcizzare i mali che erano  presenti nella mia anima.
La scrittura può essere un modo straordinario per liberarsi, e in qualche modo curare i  demoni interiori per poter affrontare le sfide personali e trasformare le esperienze difficili in  una fonte di guarigione e crescita. Scrivere un libro che esplora il proprio viaggio personale attraverso la solitudine e le sfide, è un atto di coraggio e auto esplorazione.  Il titolo e la copertina di questo libro, vogliono esprimere la vera espressione di dolore e solitudine vissute in prima persona.

Puoi condividere un’esperienza specifica o un momento che ha segnato profondamente la tua percezione di solitudine?

L’evento che ha profondamente influenzato la mia percezione di solitudine è stata la separazione dei miei genitori. È stato il momento in cui ho realizzato che non saremmo più stati una famiglia unita, ma che ognuno dei miei genitori sarebbe andato per la propria strada come entità separate. Questa separazione ha generato in me una sensazione intensa di solitudine, in quanto ho dovuto affrontare il cambiamento drastico nelle dinamiche familiari e il senso di distacco che ne è derivato. Questo evento ha lasciato un’impronta profonda nella mia percezione di solitudine, facendomi comprendere l’importanza delle relazioni familiari e il modo in cui la loro rottura può far emergere una profonda solitudine emotiva.

Cosa ti senti di dire ad un’altra persona che si trova in una situazione simile a quella del libro: quale consigli ti senti di dare? 

Se dovessi dare un consiglio oppure aiutare una persona che stia affrontando una situazione simile a quella che ho vissuto io, inizierei con dirgli/le che non tutte le esperienze negative o traumatiche devono necessariamente portare alla distruzione di una persona.
Al contrario, è proprio in situazioni difficili che scopriamo una forza interiore che non avremmo mai immaginato di possedere. Questa forza nascosta può emergere quando affrontiamo sfide intense. Anche se ora la solitudine e la separazione possono sembrare insormontabili, bisogna sempre ricordare che
abbiamo una riserva di resilienza e capacità che potrebbe sorprenderci. Questo è il momento per attingere a queste risorse e scoprire quanto siamo forti. Sebbene possa sembrare oscuro, questa circostanza e nel dettaglio questa situazione, è solo un capitolo nella nostra vita ove se ne può uscire più forti e più consapevoli. La nostra vita non è finita e c’è la possibilità di crescere e trovare un nuovo equilibrio. Sii gentile con te stesso e cerca il supporto di amici,
familiari o professionisti, se necessario. Ricorda: sei più forte di quanto pensi.

Puoi condividere un po’ del tuo processo creativo? Come hai sviluppato i personaggi, il tema o le idee centrali del tuo libro? Il tuo percorso di self-publishing?

La decisione di scrivere questo libro era già cristallina nella mia mente. Dovevo prendere le idee che avevo e trasformarle in realtà. I personaggi che ho introdotto nel mio libro non sono frutto della mia immaginazione, ma sono tratti da esperienze e situazioni reali. Le idee centrali del mio libro ruotano attorno al tema della solitudine. Non avendo un background nell’ambito umanistico, ho dovuto sfruttare al massimo le mie capacità di scrittura. Consapevole della mia formazione limitata in letteratura, ho deciso di impegnarmi nello studio di programmi di self-publishing per poter creare un testo ben scritto e formattato in modo adeguato. Per creare la copertina di questo libro, ho acquisito competenze nell’uso di programmi di grafica e ho esteso questa conoscenza per creare locandine promozionali da utilizzare sui social media.

Puoi spiegare come la scrittura è diventata un modo per esprimere le tue emozioni? Hai iniziato a scrivere da giovane o in un momento successivo della tua vita?

Sono sempre stato convinto che scrivere con le parole giuste su carta avrebbe potuto trasmettere emozioni dirette e profonde ai lettori, suscitando sentimenti intensi, e provocando in essi un turbinio di sensazioni. Nel mio periodo giovanile, mi dedicavo alla scrittura di poesie e brevi frammenti di canzoni d’amore. Li raccoglievo in un libro, da conservare per poterli rileggere nei momenti più difficili della vita, come un modo per trovare coraggio nelle situazioni di sconforto.

Ci sono autori o libri in particolare che hanno avuto un impatto significativo sulla tua vita e sulla tua scrittura? Se sì, quali?

Nel corso della mia giovane vita ero attratto dalle scritture di poeti del novecento da Ungaretti a Montale passando da Campana, Saba e Quasimodo, e tutti in un modo o nell’altro parlano di “solitudine” come condizione tipica del mondo moderno. Il libro che più mi ha attratto è quello di Salvatore Quasimodo dal titolo “Ed è subito sera”

Qual è il messaggio principale e finale che vuoi trasmettere ai lettori, attraverso la tua storia e l’esperienza con la solitudine?

Il messaggio principale che ho voluto esprimere nel mio libro è sicuramente l’importanza della resilienza, dove la solitudine può mettere alla prova il nostro spirito di adattamento e le nostre capacità di superare le avversità.
Un messaggio chiave è quello che nonostante la solitudine sia difficile da affrontare, possiamo superarla con determinazione e forza interiore.
La solitudine può essere un momento per la riflessione e scoprire chi siamo veramente e cosa vogliamo dalla vita. L’esperienza della solitudine può aumentare la comprensione verso gli altri, che affrontano situazioni simili, sottolineando l’importanza dell’empatia e del supporto reciproco.
La stessa solitudine può anche portare ad una maggiore accettazione di se stessi e delle proprie emozioni, arrivando alla guarigione ed un benessere emotivo, ed ancora sempre la solitudine può farci apprezzare di più le relazioni significative nelle nostre vite e l’importanza di coltivare connessioni autentiche con gli altri, senza voler a tutti i costi trarre vantaggio dalle situazioni.
Voglio ancora ribadire l’importanza della solitudine, che anche se dolorosa, è spesso temporanea e che al termine di essa ci saranno opportunità di cambiamento e di crescita.

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