“L’Ultima Estate – Falcone e Borsellino Trent’anni dopo”: Un Tributo Inestimabile alla Memoria, con Simone Luglio e Giovanni Santangelo
Il 1992 rimane impresso nella memoria collettiva italiana come l’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Un periodo drammatico e cruciale che segna un punto di svolta nella storia del nostro Paese, cambiando per sempre il corso degli eventi. Lo spettacolo “L’Ultima Estate – Falcone e Borsellino Trent’anni dopo“, porta in scena quei drammatici eventi, con la maestria degli attori Simone Luglio e Giovanni Santangelo.
Questo è uno spettacolo che si propone di ripercorrere gli ultimi mesi di vita dei due illustri magistrati palermitani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Attraverso una narrazione che va oltre la mera cronaca e lontano dalla commiserazione, lo spettacolo si immerge nei fatti noti e meno noti della loro esistenza, esplorando sia gli aspetti pubblici che quelli più intimi. Si tratteggia così un ritratto autentico e quotidiano di due uomini coraggiosi, che si confrontano con la solitudine e l’umana fragilità, ma anche con l’allegria, l’ironia e la rabbia.
Attraverso le voci vibranti di Simone Luglio e Giovanni Santangelo, il pubblico è trasportato in un viaggio emozionante attraverso le pagine dei diari civili di Falcone e Borsellino. Questo spettacolo, carico di profonde riflessioni, ci offre uno sguardo intimo sulle vite dei due giudici eroi, sulle loro lotte, interne ed esterne, contro la mafia e talvolta verso lo Stato stesso. È un’opportunità unica di entrare in contatto con la loro umanità, la loro determinazione e il loro coraggio in un momento cruciale della storia italiana.
Simone Luglio e Giovanni Santangelo danno vita a queste pagine con una potenza e una convinzione straordinarie. Attraverso le loro performance, trasmettono al pubblico l’urgenza e la passione con cui Falcone e Borsellino hanno combattuto la criminalità organizzata, mettendo a rischio le proprie vite per difendere la giustizia e la legalità. È un’esibizione che tocca il cuore e l’anima, lasciando un’impronta indelebile nella memoria di chi ha avuto il privilegio di assistere.
La regia dello spettacolo si presenta come un delicato equilibrio tra momenti ironici e amari, pubblici e intimi. I due protagonisti sono ritratti non come icone cristallizzate, ma come individui complessi e multiformi, capaci di suscitare emozioni contrastanti. La scena si presenta essenziale, con pochi elementi scenici che lasciano spazio alla parola. La macchina da scrivere, i faldoni, le sedie diventano simboli di una vita vissuta con intensità e passione.
Attraverso “L’Ultima Estate”, lo spettatore viene condotto in un viaggio nel tempo e nello spazio, accompagnato da due guide d’eccezione. Il tragico epilogo della storia dei due giudici diventa l’inizio di un percorso che ci interroga sul ruolo che ognuno di noi può avere nella costruzione di un futuro migliore. La domanda sospesa nel finale dello spettacolo ci spinge a riflettere sulle nostre responsabilità di fronte alla storia e alla memoria.
[Michele – michele@piemontechic.com]